Stemma, Storia e Monumenti

Ultima modifica 10 ottobre 2022

Lo Stemma

Montanaso_faviconDue sono gli elementi che caratterizzano lo stemma del Comune di Montanaso Lombardo. Il primo è la ruota del mulino di otto pale, il secondo il pioppo. Due precisi riferimenti legati alla storia del paese. La ruota del mulino rammenta che tra le attività privilegiate del territorio vi era quella dell’attività molitoria. Uno spaccato professionale sicuramente rafforzato dalla vicenda del mulino del Belgiardino dapprima distrutto e poi ricostruito. Il secondo riferimento a tinte squisitamente ecologiche, ci viene dal pioppo. Lungo l’Adda è sempre stato un susseguirsi di boschi, intuizione dell’uomo per fare argine alle esondazioni del fiume. Ci piace infine ricordare la presenza dei filari di pioppi che delimitavano i campi con le loro colture. Pioppo e ruota: cioè campagna e lavoro; simboli di un progetto perenne di impegno civile e sociale.

 

La storia

A far data dalla fine della seconda guerra mondiale inizia la crescita di Montanaso. Dal 1950 diversi abitanti divennero proprietari delle loro abitazioni grazie al prodigarsi dell’allora parroco Don Giuseppe Arfani con il Conte Corradi dell’Acqua, unico proprietario di Montanaso ; a seguire i montanasini comprarono i primi lotti di terra lungo l’attuale via Garibaldi.
Nel 1952 iniziò a funzionare il primo nucleo della centrale termoelettrica (allora STEI) divenuta poi ENEL ed ampliata più volte nel corso degli anni successivi (1976, 1985) ed ora di proprietà Endesa , ristrutturata e convertita con tre nuovi gruppi a turbogas con il potenziamento della produzione di energia elettrica, ma sempre oggetto di verifiche e controlli da parte degli organi istituzionali. La dotazione di vari servizi prima mancanti , la realizzazione di varie opere pubbliche e la attuazione degli insediamenti secondo le direttive del piano regolatore hanno consentito una crescita graduale e senza stravolgimenti sia di Montanaso che di Arcagna.

Partendo dagli anni ’60 in ordine di tempo furono realizzati:

  • 1961 fognatura ed asfaltatura strada di Montanaso
  • 1963-64 asfaltatura strada e realizzazione case popolari ad Arcagna
  • 1967-1970 costruzione case popolari e per salariati a Montanaso
  • 1968 nuovo acquedotto
  • 1969 inizio lavori per portare il metano a Montanaso
  • 1971 istituzione raccolta rifiuti e primi lavori per portare il metano ad Arcagna
  • 1976 entra in funzione la nuova scuola elementare
  • 1980-81 realizzazione di due depuratori
  • 1981 primi lavori per il nuovo campo sportivo; in fasi successive furono realizzate le tribune coperte, l’impianto di illuminazione ed i nuovi spogliatoi
  • 1982 estensione rete gas alle cascine
  • 1983 apertura ufficio postale e biblioteca comunale
  • 1983-84 rettifica ed ampliamento strada provinciale per Lodi e potenziamento servizio di trasporto pubblico
  • 1984 case popolari ad Arcagna
  • 1985 apertura del dispensario farmaceutico
  • 1990 inaugurazione campi da tennis con relativi spogliatoi e servizi ; adozione del gonfalone ufficiale
  • 1993 pista ciclabile lungo la S.P. 202
  • 1994 apertura sportello bancario
  • 1994 e anni seguenti:costruzione nuovi collettori fognari e ampliamento depuratore
  • 1997 costruzione piazza e parco giochi ad Arcagna
  • 1998 costruzione minialloggi per anziani
  • 1999 inizio costruzione nuovo Municipio e Centro servizi, con una sala consiliare attrezzata per manifestazioni anche oltre l’ambito comunale, inaugurato nel 2003

Palazzo Municipale

Affresco ‘La Comunità Solidale’ di Felice Vanelli
L’Aula Consiliare di Montanaso Lombardo, oltre ad essere attrezzata, grazie al suo moderno impianto multimediale, per proporsi come sala polivalente, ospita un’opera d’arte considerevole il cui autore è il pittore lodigiano Felice Vanelli. L’affresco è posto dietro il tavolo della Presidenza, sulla parete di fondo dell’Aula Consiliare; copre un’area di 12×3,5 m e sviluppa diversi temi inerenti la società civile. Realizzato con la tecnica “a fresco” (pittura su intonaco appena steso) dapprima con la trasposizione del disegno dal cartone al muro, poi con la tinteggiatura prima che l’intonaco si solidifichi; per questa ragione l’opera è stata realizzata in fasi successive, a blocchi, nell’arco di due mesi (febbraio-marzo 2002). Nella parte superiore, in tre riquadri sono rappresentati i valori che stanno alla base della società civile e della convivenza:

  • a destra l’accoglienza, nelle etnie del mondo (i bambini);
  • al centro la verità, nella figura di donna;
  • a sinistra la giustizia, nel bambino con la bilancia in mano.

Affresco

Affresco ‘La Comunità Solidale’ di Felice Vanelli

La fascia centrale, partendo da sinistra guardando l’opera, simboleggia la parabola della vita della comunità solidale, che mette a frutto, attraverso la buona amministrazione, l’applicazione dei valori di base, permettendo a ciascuno la propria realizzazione e promozione. Infatti attraverso l’istruzione e lo studio (raffigurati dalla maestra con gli alunni), la ricerca (la donna al microscopio), la scienza (l’uomo che scruta il cielo), la tecnologia (la ragazza con il computer), il lavoro creativo (l’architetto) e la cultura (il poeta con la Musa), ogni cittadino può sviluppare la propria persona e nello stesso tempo imparare a rendersi utile per gli altri; infine, quando è anziano può godere del riposo della serenità. L’ambientazione che completa l’opera richiama alcuni scorci caratteristici del territorio di Montanaso: abbiamo il “Gabon”, vecchio olmo legato alla storia della Madonna di Arcagna, di cui si vede sullo sfondo la Chiesa (dedicata all’Assunta); segue la facciata della chiesa di San Giorgio a Montanaso, la ex chiesa con il “Palasson”, le cascine con i lavori agricoli e la vita urbana. Sfumati sullo sfondo si intravedono i camini della centrale termoelettrica e a destra uno scorcio dell’attuale edificio comunale.

El Palasson

L’edificio è sito in Via Roma, 20. Qui trova collocazione la sede della Pro Loco ed è il nucleo più antico di Montanaso. Sorto probabilmente nel luogo dove anticamente (1150 circa) esisteva un monastero di monaci cluniacensi che dipendeva da quello di Pontida.
Chiuso il monastero, l’edificio subì vari passaggi di proprietà; attigua ad un’ala del fabbricato sorse anche la prima chiesa di Montanaso; nel 1600 fu trasformato in villa di soggiorno dai conti Pallavicini di S.Fiorano che qui eressero anche un filatoio.
Dalla mappa catastale del ‘700 il “Palasson” risulta chiuso sui 4 lati, come un castello, e l’accesso avveniva dal lato verso l’attuale via Papa Giovanni. Trasformato in residenza, ospitò la sede della SNAM durante la 2^ guerra mondiale e successivamente svariate famiglie di Montanaso; divenuto abitazione privata del conduttore dell’azienda agricola esistente in paese venne lasciato in parte in disuso.
Ora, essendo di proprietà pubblica, viene già in parte riutilizzato (Pro Loco e, seppur in modo provvisorio, museo); però l’Amministrazione comunale sta predisponendo un piano per il recupero dell’intero immobile per renderlo quindi completamente fruibile ai cittadini.


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